
Siamo giunte a un primo piatto, è già un bel traguardo per me. Soprattutto mi rende felice pensare che i primi protagonisti, siano proprio gli gnocchi. Un piatto conosciuto in tutto il mondo, amato da grandi e bambini. Sperimentato in tutte le salse, o quasi, tanto buono e sostanzioso da diventare un modo di dire “ridi ridi, che mamma ha fatto gli gnocchi“. Non mi è mai stato chiaro il senso di questa affermazione, so solo che da bambina io associavo lo gnocco al giovedì e, anche questa cosa, ahimé non mi è chiara. Ma non mi importa, in fondo mi piace lasciare questa immagine misteriosa e di un gusto unico e morbidissimo, la stessa che avevo proprio da bambina. Mi è capitato di leggere da qualche parte che, fare gli gnocchi è una bella sfida, nonché Arte. Sono abbastanza d’accordo, e oggi, posso dire orgogliosa e fiera, di aver vinto la mia prima sfida “con le mani in pasta”.
Di solito guardo sul web, e sperimento i miei piatti. Questa volta, e tutte le volte in cui si parla di piatti tradizionali, di quelli che hai imparato ad amare in casa, sono andata a bussare alla porta della nonna, la mia paladina degli gnocchi. Amavo vederla infarinata fin sopra le lenti dei suoi occhiali, le mani che schiaffeggiavano quella insolita palla di pasta, e più la strapazzava e più lei si faceva docile, fino a prendere una forma perfetta. Nonostante ai miei occhi apparisse tutto come una curiosa e ardua impresa, mia nonna mi semplifica il tutto dicendo: “e che ce vole fija mia, brava, imparate perché quando io non ci sarò più, chi li fa li gnocchi?”.
Non aveva tutti i torti la nonna, la procedura per fare gli gnocchi non è affatto complessa, anzi.
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