La bontà e la modestia della zucchina. Un fiore senza spine.

Non inganna del tutto il nome della zucchina, e non è uno scherzo della lingua italiana, perché conoscendola più da vicino, la zucchina, ci confida la sua appartenenza alla famiglia delle cucurbitacee. Ed è lì che si trovano anche le zucche, i cetrioli, i meloni e le angurie.

La premessa potrebbe (vorrebbe) ingannare chi legge. Forse l’idea è quella di impressionare facendo leva su una pseudo conoscenza della materia gastronomica. Ma come faccio a non considerare il fatto che questo, sia per me, il primo esperimento di “Food Writing”? Perdonate l’inglesismo che a volte disturba, ma ancora non ho trovato un corrispettivo italiano. Lo troverò però, è una promessa. Ora, sarebbe carino spiegare chi sono, che faccio e perché. Ma tutta la vostra attenzione in questo momento, si sarà già affezionata al titolo del post. Se così non fosse, è un bel guaio. Da qui parte una nuova avventura, nella quale due grandi passioni si incontrano e corrono di pari passo. La scrittura e la Cucina. Mi addentro in un mondo nuovo, vado col passo morbido e una bella dose di entusiasmo, accompagnata da un pizzico di paura. Lo faccio partendo da un esercizio proposto nella graziosa aula di Food Confidential, base del nostro corso di Food Writing. Paolo Di Paolo è il nostro mentore. Giovane autore romano, tra i finalisti del Premio Strega 2013 con il suo “Mandami tanta vita”. L’esercizio prevede questo: partire da un ingrediente “nudo e crudo” e provare a scrivere qualcosa…

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